Come un’onda a Nazarè

Nazarè

Era un giorno qualunque, eppure dentro sentivo muoversi qualcosa di diverso. Non era rabbia, né gioia. Era una forza quieta, discreta, che cresceva piano, senza clamore. Una sensazione profonda, difficile da spiegare. E mi sono sorpresa a pensare che, in certi momenti, posso somigliare a quelle onde maestose che si avvicinano alla costa di Nazarè. Non perché io sia straordinaria, ma perché, anche in me, a volte nasce qualcosa che spinge verso l’alto, che si muove silenziosamente e poi si rivela, con rispetto ma con decisione.

A Nazarè, l’oceano non si limita a toccare la riva. Si innalza, scuote l’aria, sembra voler raggiungere il cielo. Così mi sento, nei giorni in cui la mia forza interiore prende forma come un’onda verde e blu che cresce, che respira, che porta con sé l’eco del profondo. L’acqua non ha bisogno di spiegazioni. Si muove, cambia, trasforma. E io faccio lo stesso. A volte lentamente, altre con impeto, altre ancora con rabbia e determinazione. Ma sempre verso l’alto. Sempre alla ricerca di qualcosa oltre la superficie.

Come un’onda a Nazarè.

La schiuma bianca sulla cresta dell’onda è il mio pensiero che si scompone, si disperde nell’aria. Non mi ferma. Non mi spezza. È parte di me, come le emozioni che non riesco a trattenere, come le parole che escono prima che riesca a filtrarle. Sono istintiva, viva, a tratti eccessiva. Ma vera. Come l’oceano.

Quando un’onda si alza a Nazarè, chi la osserva resta immobile. Non parla, non si muove. La guarda, la sente. Non può far altro. Perché è qualcosa che va oltre la logica. Un miracolo d’acqua e forza. Io voglio essere così non sempre compresa, ma sempre sentita. Che la mia presenza lasci un’impronta, come un’onda che, anche dopo essersi infranta, continua a vibrare nella memoria di chi l’ha vista.

Non ho paura di crescere, di salire, di mostrare quanto posso essere alta. Travolgere non mi spaventa. Non perché voglia distruggere, ma perché so che certe verità scuotono. E io porto con me emozioni, vita e verità. Come l’acqua, so adattarmi. Ma quando serve, mi alzo. In alto, verso il cielo. Senza chiedere il permesso. Come un’onda a Nazarè.

Nazarè

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